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giovedì 15 novembre 2012

Sono sempre più fascio

Di fronte agli scontri tra studenti e forze dell'ordine, oggi come ieri, sono in profondo imbarazzo. Non mi piace la violenza, è vero, ma non è questo che mi infastidisce. E' da 20 anni che sento ragazzi dai capelli lunghi dire "siamo contro i privati nella scuola; vogliamo lo studente al centro del progetto educativo; lo studente deve essere una persona, non un numero". Stasera al TG3 come 20 anni fa, nell'androne del Liceo romano che frequentavo. E, nell'aria, sempre quel vagheggiamento di '68 che, da figli di papà con l'iphone da 700 euro in tasca, fa sinceramente sorridere. 

E sì ch'io sono sempre stato considerato un radicale, per poi sorprendere chi mi coglieva ad esprimere accenti critici. E, allora, diciamola proprio tutta. Anch'io voglio una riforma della scuola, ma vi assicuro che pochi, ammalati di populismo, l'accetterebbero. 

Cominciamo dai professori, fra i quali, spero e presumo, un giorno sarò. Orario di lavoro di 40 ore, perché i compiti vanno corretti a scuola, senza giocare con i figli, cucinando o facendo ripetizioni. Siamo seri: i professori tornino i biblioteca, abbiano orari normali. Certo, con uno stipendio europeo, direi intorno ai 2000 euro. E, in estate, i corsi di recupero vanno fatti da loro, non da giovani rampanti in cerca di qualche soldino (lo so bene io che tali corsi li ho fatti, chiamato da scuole che a mala pena mi comunicavano cosa dovevo fare in classe). Obbligo, ogni cinque anni, di partecipare a un test nazionale (non a crocette) sulla propria materia, per valutare le competenze: se uno non passa il test, può ripeterlo 3 volte. In caso di ripetute bocciature, licenziamento per giusta causa. Codice etico: niente provocazioni sessuali (quante ne ho viste a scuola!), niente comportamenti scorretti (atti violenti e, sì, furti!), altrimenti si incorre nel licenziamento, altro che trasferimento, come oggi notoriamente avviene.

E gli studenti? Limite di 20 alunni per classe: carico di lavoro normale, direi fra le 4 e le 5 ore di studio pomeridiano, preferibilmente a scuola, dotata di una biblioteca seria e, soprattutto, aperta. I professori lì, perché gli alunni possano chiedere (qualche) delucidazione. Bocciatura con due materie sotto la media: il che porterebbe a circa il 20% di bocciati all'anno. Divieto assoluto di fare i così detti 2 anni in 1 (sembra una formula da supermercato!), bando agli istituti che, previo pagamento, rilasciano diplomi di maturità. Soprattutto, serietà, con scuole più comode, ma anche molto più aperte rispetto ad oggi (3 mesi di vacanze estive sono troppi, i ragazzi a settembre non ricordano più nulla). Aumento delle tasse scolastiche per chi se lo può permettere: non ditemi che chi ha l'ultimo modello del cellulare più fico o il motorino più alla moda non possa pagare un migliaio di euro di iscrizione. I soldi servirebbero per organizza visite di istruzione (non gite nella movida di Barcellona, a farsi le canne) o per offrire ai più deboli corsi di recupero, anche individuali, gratuiti o a bassissimo prezzo. Per concludere, finiamola con gli istituti professionali in stronzologia applicata e teorica: tre indirizzi, umanistico, scientifico e tecnico, che si occupino principalmente della formazione di base (con classicisti che sappiano far di conto e tecnici che sappiano leggere e scrivere).

Questa è la scuola che vorrei. Ma, temo, qualcuno mi accuserà d'esser fascio: probabilmente, costui avrà studiato poco.

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