Χαίρετε, φίλοι!

lunedì 24 dicembre 2012

Ciao, Francesco, amico mio

Non è un Natale come gli altri, questo. È un Natale diverso, in una specie di 'esilio' dorato, agli antipodi del mio modo. E, in questi momenti, ti viene da pensare alle persone che hanno riempito la tua vita, quelle che senti e quelle che, per mille ragioni, non senti più.

La vita è un labirinto, è vero, e c'è chi si perde. Ma perdersi non allontana dal cuore delle persone amate, un cuore denso di innumerevoli ricordi, alcuni anche molto remoti. Ricordi ai quali si risponde spesso con un sorriso: chi ci incontra in tali frangenti, si chiede se siamo pazzi a sorridere così, in silenzio, in mezzo a un marciapiede, senza nessuna – apparente – ragione. 

No, non siamo pazzi, è solo che il nostro cuore si ricorda di aver amato e di amare ancora.

E, sebbene sia molto tempo che nulla si sa di una certa persona, ci si dice: «nessuna nuova, buona nuova». Finché una nuova arriva, una nuova che mai è buona.

Così, in questo Natale americano, oggi ho saputo che non ci sei più. L'amico con cui giocavo ai Big Jim, con cui parlavamo della Base, con cui giovavo il 15 di Agosto alle due del pomeriggio sotto un sole cocente. 

No, non ci sei più.

E ogni volta che la Televisione parlerà di un grande campione come Thomassino Häsler, io non penserò più, come sempre, a quel giorno in cui Peppe mi venne a chiamare, dopo che la Roma aveva comprato questo giocatore, per mostrarmi te, divenuto 'della Roma', perché adoravi quel giocatore. Venisti sotto casa mia, bardato di giallorosso, tu che eri Juventino. Non penserò più al 'campo blu' come il luogo delle 'tedesche' infinite e di quel giorno in cui ti rompesti il gomito e Federico, tastandoti, capì subito che ti eri fatto proprio male. Né a quella volta che venisti al campo del 'Torneo amicizia', volendo giocare pur con il gesso.

No, non penserò più a questo, non penserò più solo a questo.

Ma penserò al fatto che un mio caro e dolce amico non c'è più e che non l'ho neppure salutato per l'ultima volta. Perché ero lontano, perché non ho saputo che avevi subito un trauma, pochi mesi fa. Perché facevi parte di quelle persone di cui vorrei ricevere nuove, ma che tremo al pensiero di riceverle. Di cui cui ti chiedi: «Starà bene? Cosa farà? Sarà felice?». Cris, con questa nuova, ha spezzato la speranza di una buona nuova, per sempre.

E, con un calda lacrima, ciao, Francesco, amico mio.

Nessun commento:

Posta un commento