Quando senti il confronto
tra i candidati alle primarie del Partito Democratico, ti viene mente che si
tratta di un confronto fra ieri, oggi e domani.
Vendola parla di un
passato che non ci sarà più: le sue frasi sono ricche di verbi all'imperfetto.
Vendola è l'uomo degli "era"
Bersani racconta un tetro
presente: il presente regna sovrano o, al limite, un futuro prossimo.
Bersani è l'uomo degli "è"
Renzi prospetta un roseo
futuro.
Renzi è l'uomo del "sarà"
E il cuore palpita, quando
Renzi parla di "Stati Uniti d'Europa", il mio sogno da quando ero
bambino, da quando mi immaginavo di essere il primo Presidente del Consiglio di
questa vecchia e accogliente Europa.
Ma la ragione e il
pragmatismo, oggi, invocano Bersani, col suo stalinismo e con le sue giacche
che ricordano gli anni ’50 di un secolo ormai concluso. Perché, nella tempesta,
non si pensa al mare sereno e al cielo terso, ma ad ammainare le vele e ad
apprestarsi al peggio, come dice Alceo: νῦν τις ἄνηρ δόκιμος γε[νέσϑω.
Per questo, purtroppo,
voterò il presente, in attesa che la tempesta volga al sereno.
Nessun commento:
Posta un commento