Χαίρετε, φίλοι!

venerdì 15 giugno 2012

αἴτια

Io credo che di ogni azione esista una spiegazione razionale, che induce ad offrire un perché a quanto è accaduto e accade. Anche le cose più assurde ed ingiustificabili hanno una spiegazione, spiegazione che va ricercata ad ogni costo, perché è questo il principio del pensiero scientifico, ma, soprattutto, del vivere sociale. Molti, in questo tempo (come nel passato), hanno ignorato le cause, gli αἴτια, inventando scuse ingiustificabili per comportamenti insensati ed ingiusti.

A che pro una tale considerazione? Perché sono quasi 20 anni, ormai, che mi sono immerso in questo mondo così strambo ed insensato degli studi classici, quel mondo che ha privato (sono parole non mie, certo lusinghiere, ma accusatorie) l'Umanità di una mente come la mia (!?) in vista delle magnifiche sorti e progressive: «se ti fossi applicato al cancro come al greco, beh, oggi avresti certo trovato una cura!».

Perché, allora, ho scelto questa strada, dura, irta di pericoli, di amori persi, di amicizie affievolite, di mesi in solitudine e di perenne frustrazione? Di incertezza e rimpianti? Perché?

Ho un ricordo vivido del giorno in cui scelsi, magari inconsapevolmente. Avrò avuto 11 o 12 anni e la professoressa di italiano aprì quel libro di epica che allora mi sembrava tanto voluminoso, libro che conteneva all'esordio ampie parti del primo canto dell'Iliade. 

Fui folgorato.

Ricordo anche il preciso verso, verso che ancora oggi mi scuote di brividi. «Faccia di cane, cuore di cervo», così, più o meno, dice Achille ad l'irritante Agamennone, l'essere più arrogante della storia della letteratura mondiale. Non che avessi letto poi tanto fino ad allora, ma mi dissi che mai avevo letto altrove parole tanto dirette, tanto vere: il medium letterario, infatti, generalmente assopisce ed edulcora i sentimenti degli esseri umani.

Allora, scelsi.

Non fu un caso, quindi, che letteralmente persi il senno, quando 5 anni più tardi incontrai i sussulti d'amore e passione di Saffo, la figura a cui ho dedicato quasi 10 anni della mia vita. Vita che da questa esperienza, nonostante tutto, è stata riempita nel modo più straordinario che ci possa essere.

E, allora, ringrazio con tutto il cuore quell'ora di epica, perché mi ha consentito di conoscere tre donne straordinarie, che altrove sicuramente non avrei incontrato, e di sentire con con tutto me stesso i palpiti del cuore, al massimo grado, nella sofferenza e nella felicità.

Non so se quell'αἴτιον mi darà un lavoro, non so se tutta questa esperienza frutterà. So solo che fu all'origine della persona che sono: che i miei φίλοι e, soprattutto, i φίλτατοι giudichino i risultati, nella speranza di aver lasciato un buon ricordo in chi è andato via e di offrire una ricca presenza per chi c'è ancora.

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