Voi, che mi conoscete bene, sapete già come io sia proprio
un orso, se devo a ringraziare: in tali occasioni, mi ritrovo sempre a perdere
le parole, arrossisco e ho tanta voglia di nascondermi.
Oggi, però, non posso permettermi questo lusso, e non solo
per ragioni di circostanza.
Questo pomeriggio, le aride ragioni di etichetta m’hanno
costretto al silenzio: non potendo promettere in nome di una grazia che mi è
del tutto ignota, ho però giurato in nome di quanto ho più caro al mondo.
È questo, per me, il valore più grande.
Ho promesso, in primis, proprio in nome di chi non è
solo la mia veneranda sposa, ma l’amica dalle dita di rosa che riluce sul mio
mare un po’ troppo salato e sui miei campi – ahimé – non sempre fioriti.
Ho promesso sui miei, che, in questo giorno, sono riuscito a
trascinare all’église catholique,
un po’ commossi, un po’ agitati e, soprattutto pieni di speranze nel nostro
futuro;
J’ai promis sur
tonton Patrick et sur Éléonore, que la chaleur bolognaise n’a pas empêcher
d’être ici aujourd’hui ;
Ho promesso sui miei amici bolognesi,
quelli che sopportano il mio essere pantofolaio – vero,
Irene e Marco? –
quelli appena più grandicelli, Camillo e Renzo, che sono
soliti salutarmi con affetto in sala A
e quelli che, come Costanza e Matteo, la distanza non ha mai
allontanato dal ricordo quotidiano;
Ho promesso su chi – e non da oggi – è parte della mia
famiglia, da ricompensare con qualche cena un po’ troppo abbondante;
Ho promesso, infine, su chi un rozzo certificato
dell’anagrafe non annovera fra i miei fratelli, ma che, fratelli, lo sono di
fatto.
Insomma, è su tutti voi, sulle persone a cui voglio più
bene, che oggi ho promesso: siete voi il mio valore più alto.
Di questo e del vostro esserci vi ringrazio di cuore.
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