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venerdì 18 ottobre 2013

Diesel

Ho sempre pensato di essere un po' come un diesel, di quelli d'un tempo, che, appena accesi, sbuffavano fiacchi dalla marmitta e partivano lenti, scocciati e rumorosi. Lo pensai già alle elementari, quanto le maestre mi davano uno stentato B alla lettura, perché mi sbagliavo, perché mi batteva il cuore (e mi batte ancor forte), quando leggevo in pubblico.

A questo, pensavo, mentre facevo lo slalom fra bimbi vocianti in un parchetto nei pressi del Reno, seguendo una pista ciclabile di cui, poche settimane fa, ignoravo l'esistenza. Pensavo ai diesel, alla lentezza con cui ho ingranato la marcia in tutte le cose e in tutti i momenti della mia vita. Partire piano, sottotono, con quel 5 in italiano in prima liceo che ancora mi brucia, per poi, piano piano, raggiungere l'apice.

Perché no, non mi arrendo mai, anche se tutto sembra perduto, anche quando sento la morte nel cuore. Come quando venni a Bologna, e mi sentivo così tanto solo, con l'unico sogno di fuggir da qui, pur avendo lottato per arrivarci. Quelle sere a pentirmi, sbuffando come quel benedetto diesel, ma continuando ad andare avanti. Sempre avanti, come Gondrano.

Sudavo, due giorni fa, pensando a questo, accelerando il passo, sempre di più: solo, perché "non me ne va mai una dritta", come mi dici sempre. Mai, mai in nessuna cosa, eppure vado avanti, andavo avanti, mentre superavo molti: e così mi resi conto di cominciare a correr sul serio e sentii che, in fondo, stavo finalmente arrivando.

Perché i diesel sono fatti così: una volta messi in moto, vanno molto di più a lungo degli altri motori, consumano meno e, tutto sommato, una volta in marcia, raggiungono anche la velocità degli altri, magari li superano anche. Del resto, fanno anche meno volte rifornimento!

E, così, quella corsa, nata ancora dal solito "drammetto" di cui è costellata la mia vita, m'ha fatto sentire la gioia e la forza di chi sa che, prima o poi, arriverà, perché, col lavoro e l'impegno, si arriva sempre a destinazione. A una qualche destinazione. 

Questo il mio sogno: se è tale, vi prego, almeno per quella mezz'oretta di corsa, non svegliatemi!

1 commento:

  1. Non è necessario essere primi in tutto o per tutti. Se sei primo nel cuore di una persona è già un gran successo. Per il resto, è vero che la vita è tutta una corsa e che c'è chi ci mette di più a ingranare. C'è chi non demorde e c'è chi mette la quarta per poi fermarsi al primo ostacolo. L'importante è correre secondo le proprie possibilità. Senza scorciatoie poco onorevoli. Ti potrà capitare di arrivare al fiume o, chissà, magari in un altro posto, poi non così male.

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