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giovedì 15 marzo 2012

Radicalità e radicali: un cortocircuito

Come i quattro gatti che seguono il mio blog sapranno, comincio ad avere una certa idiosincrasia per coloro che si definiscono 'radicali di sinistra' o 'sinistroidi' radicali. Ironicamente, avevo parlato di un mio timore d'esser passato dall'altra sponda, d'esser divenuto un «fascio maledetto», ma, in realtà, sono arcistufo di certe espressioni dal forte carattere populistico e plebiscitario alla Robin di Sherwood, che rubava ai ricchi per dare ai poveri. Da quello strano tizio baffuto che difendeva il suo camembert (Bouvé? Bové? Bohchecavoloneso- echemenefrega?) allo strenuo partigiano dell'abitante della baita in Val di Susa, mi sono sempre chiesto se questi personaggi che difendono l''indigeneità' delle persone e delle tradizioni, i signor «no!» siano veramente di sinistra o, meglio, progressisti. Domenica è stato un momento paradigmatico: Vendola, sedicente comunista, è venuto a raccontarci dell'inutilità del treno e che il valligiano sa cosa è meglio per la sua valle; il caro Crozza, il martedì precedente, aveva ironizzato, chiedendosi chi mai avrà bisogno di andare a Lione, come se Lione fosse un paesetto di 10 anime in Val di Susa (per la cronaca: io devo andare a Lione e con il treno!).

Mi rifiuto di pensare che questi siano esponenti di un pensiero progressista, socialista e comunista. Mi rifiuto. Chi è di sinistra pensa al sol dell'avvenire, pensa a «lavoratori di tutto il mondo, unitevi!», vuole andare rapidamente a New York o a Mosca perché là si sente a casa, in quanto membro dell'Umanità. Vuole ci siano i ponti, vuole ci siano i treni, vuole che tutti gli uomini abbiano le stesse possibilità. 

E pensa.

Già, perché è proprio il pensiero che sembra mancare a questa pseudo-sinistra radicale. Il treno, ad esempio, è la maniera migliore per trasportare le merci e le persone, perché consuma meno energia (guardatevi il retro dei biglietti di Trenitalia, invece di farci cartine per le canne!!). I famigerati OGM consentono di produrre più alimenti, senza pesticidi, soprattutto in zone come l'Africa dove i pesticidi sono difficili da reperire e cari da acquistare. Amate le fonti rinnovabili, ma nessuno di voi fa mai i conti col fatto che non si fa girare un'industria con i pannelli solari oppure, cosa più grave, che il vostro incensare l'ecocarburante (fatto con il mais) ha fatto aumentare il costo dei cereali, affamando i poveri del mondo.

Vedete, nella storia del mondo ci sono state molte rivoluzioni. La ruota, l'aratro, l'arco, la macchina a vapore... Queste cose hanno sconvolto equilibri, hanno costretto le persone a ripensarsi. In tutti i periodi di rivoluzione c'è chi ha detto: «era meglio, quando non c'era tutto questo progresso... ne farei a meno». Innovarsi è faticoso... Beh, chi non l'ha fatto, è stato sconfitto. Perché, sì, forse le pesche prodotte nel Settecento erano più buone (ma ci credete veramente?), ma quanti le mangiavano?

Insomma, a volte penso sinceramente che per definirsi 'di sinistra', 'radicali' o altro sarebbe necessario passare un esame, riflettendo sulle conseguenze di certi 'credo' che, più che un'ideologia politica, sembrano tante volte dottrine religiose o, peggio, mistiche. Ma ho il sospetto (e con Vendola mi è venuto) che il vero obiettivo sia semplicemente qualche voto in più, chissà poi per farci cosa (già, chissà...).

1 commento:

  1. Ricordiamoci sempre dei no-TAV sul Freccia Rossa Roma-Bologna di due settimane fa: «Ma quando arriva questo maledetto treno? Ha fatto meglio Ernico ad andare in aereo» (cit.)

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