Χαίρετε, φίλοι!

martedì 9 ottobre 2012

Faceva caldo

Era uno di quegli ultimi giorni d'agosto, caldo e umido, come conosce solo chi abita sotto le due torri. Probabilmente, avevo gli occhi rossi, e poca voglia di sorridere. 

No, non sono mai stato bravo in queste cose: un amico mi diceva sempre che ero «bravo a crearmi l'acchitto», ma poi niente, nulla di fatto. È che – come dire – l'acchitto è divertente, ma poi bisogna rischiare, bisogna accettare la possibilità di un «no!». Non amo i «no!», forse è per questo che in certe cose sono sempre stato una frana, perché credo passerei mesi interi nella vergogna e nel pudore. Sono ossessionato dal passato, ricordo tutto, anche le sciocchezze più strambe. E un «no!» non si dimentica.

Quel giorno, però, non creai l'acchitto. Forse per la prima volta. 

E dire che 'sto diavolo d'acchitto mi viene quasi naturale: mi fu detto, una volta, che paio corteggiare anche le persone veramente al di sopra di ogni sospetto. Sarà per questo che, quando ero adolescente, molte poco apprezzate mi 'venivano dietro', mentre – un po' per timidezza, un po' per paura – mi son lasciato sfuggire ottime 'occasioni'.

No, quel giorno non preparai la cosa: fu una variopinta farfalla che si posa su un fiore. Il fiore ondeggia, quasi restio, ma sorride della dolce carezza.

Era caldo, avevo i pantaloni bianchi e, probabilmente, una maglia azzurra. I capelli in disordine, più in disordine del solito. Probabilmente non avevo dormito. C'era un caffè caldo, più caldo dell'aria. E un muro rosso, a mattoni, qualche pianta arsa dalla calura. Un tavolino, verde. Gli occhi rossi, dicevo, per il troppo pianto.

Ma quel giorno non vi fu né timore né pudore. Tutto normale, semplice, quasi ovvio. Naturale. Proprio come una una farfalla che si posa su un fiore. 

E il fiore sorrise.

1 commento:

  1. A me, comunque, sembra che sei proprio bravo a raccontare. E sei anche capace di ECCELLENZE. A questo giro, stamperò io, mi sa. :)

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