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mercoledì 4 luglio 2012

Momenti di ordinaria follia 2

C'era una volta un tizio – e c'è ancora – che girovagava per le strade felsinee con un orrendo impermeabile grigio, sì, di quelli orrendi che solo le persone tra i 50 e i 60 anni hanno (un tempo) indossato, uno di quei soprabiti che, ormai, è appannaggio solo degli esibizionisti. 

La sua casa, che ho frequentato per qualche mese, odorava (o meglio, puzzava) di esseri viventi 'inferiori', uccelli, pesci e chissà cos'altro. Ma c'era una cosa che realmente mi inquietava, una cosa che – non so se lo stesso accade a voi – mi fa giudicar subito male un'abitazione, la penombra: un triste grigiore che avvolgeva anche la polvere.

Vi andavo a spiegare greco a un triste ragazzo, la cui stanza era anche deposito di panni da stirare: il resto della casa era curato, ma lì mancava il lampadario: vi era solo un filo rabberciato che scendeva dal soffitto con una mesta lampadina che riluceva (si fa per dire). 

Una tristezza infinita.

Non dirò delle conversazioni col padre al limite del grottesco, non racconterò come egli si presentò a me come prof. (come se la cosa mi incutesse paura), non riferirò del fatto che la moglie non voleva aprirmi perché ignorava ch'io fossi, non annuncerò al mondo come egli si chiudesse con me nel suo studio – di nascosto al resto della famiglia – a parlare del figlio, no, voglio esporre solamente la fine.

Il giovane passa l'anno senza debito in latino e greco. Miracolo. Orgoglio. Al telefono il padre dice: «voglio comunque che mio figlio si rinforzi in greco nell'estate». Povero figlio. Io: «ok, ma sappia che da settembre a gennaio non ci sarò». Lui: «ok, mi trovi un sostituto di sua fiducia, mio figlio si è trovato MOLTO bene con lei. Poi, dopo, continueremo con lei. Venga da me la settimana prossima, così ne parliamo». (A casa sua? Ma sei scemo?).

Due giorni dopo, la mia ragazza riceve una telefonata. Da LUI. «È disponibile a fare lezioni di greco e latino? Io cerco persone per l'anno prossimo» (ma chi ci crede? se chiami ora, ovviamente cerchi per ora). Lei: «al 90% sì». Lui: «allora no» (...). Premesso che la persona che avevo scelto come sostituita era la mia ragazza e tralasciata la figuraccia di uno che ha la sfica di telefonare casualmente proprio alla mia ragazza, rifletterei sul 100%: puoi essere rapito dagli UFO, puoi avere una crisi mistica, rimanere incinta, diventare lesbica, insomma, il futuro è per definizione incerto.

Qualche giorno dopo, Lui mi richiama per confermare il nostro incontro. Io gli faccio notare che ha chiamato qualcuno per sostituirmi, senza dirmi niente e dopo che mi aveva chiesto di cercare altri. Lui: «è normale, lei ha detto che andava via», io: «sì, ma lei aveva preso un impegno con me: prima di contattare altri, doveva sciogliere il patto con me». Lui: «capisco che lei non vuole più avere a che fare con me. Arrivederci» e attacca bruscamente.

Insomma, l'onestà e la parola data non valgono nulla: a parte il lato comico di alcune situazioni, mi rimane il rammarico di avvelenarmi la vita con la rabbia che simili circostanze mi suscitano.

2 commenti:

  1. Vorrei aggiungere una postilla al dialogo tra LUI e la saggia fanciulla che sa che «del doman non v'è certezza» (cit.)

    Lei: «al 90% sì».
    LUI: «allora no».
    Lei: «No, ma guardi: direi proprio di sì».
    LUI: «NO! E comunque mi sono scritto su un foglietto (?!) che lei è una LATINISTA e a me serve una GRECISTA».
    Lei: «Veramente sono una grecista... ma so anche il latino, nel caso».

    Momenti di NON ORDINARIA follia...

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  2. Comunque il tuo «La gente scambia la pausa con il lavoro e il lavoro con la pausa» è veramente una CHICCA.

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