Χαίρετε, φίλοι!

lunedì 16 aprile 2012

Una storia a lieto fine

Sono quasi trent'anni ch'io ho perso un amico, un amico vero: si smarrì fra i flutti d'un lago nordico, che allora mi pareva grande come un mare. Ricordo, era estate, su una spiaggia su cui mi è capitato di ripassare più volta in questi ultimi anni. Stava facendo un giro su una barchetta rosa e nera, che si stava allontanando troppo dalla riva, sicché mio padre la rincorse a larghe bracciate e, tac, con la grazia che lo contraddistingue anche oggi, egli rovesciò la barca, facendo scendere fra i flutti Lui, che era seduto sul ponte. 

Lui, Carletto.

Carletto guidava una piccola e, sinceramente, bruttina macchina del soccorso stradale, lo sguardo sempre allegro, la tuta blu e un cappello bianco con la visiera. Carletto, come il nome del protagonista d'un cartone che ben conoscono i miei coetanei (ho ancora, da qualche parte, il 45 giri con la sigla di Cristina D'Avena).


Sabato, miracolosamente, Carletto ha ritrovato la strada di casa, accompagnato per mano da una persona che – ricordo – chiamai per il suo compleanno proprio da quella spiaggia in cui – ahimé – egli scomparve. 

Coincidenze della vita, forse.

Gli amici veri non si scordano mai. E, per questo, ieri cercavo fra i mattoncini i pezzi di quella camionetta che fu. Qualcuno l'ho anche trovato, sebbene da allora quella costruzione non fu mai ricostruita, per il troppo dolore.

E, allora, grazie di cuore, per questo piccolo, ma significativo, balzo del mio cuore.

1 commento:

  1. Forse aspettava che gli ricostruissi la città sull'armadio, con tutti i suoi amichetti. E poi - noto dalla foto - aveva perso il suo tecnologicissimo walkie talkie nero e non sapeva come contattarti, in tutti questi anni! :)

    Salutamelo tanto, Carletto!

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