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venerdì 20 aprile 2012

Padri e figli

«È molto più forte del padre» così parlava un nobile padre del giovane figlio, nutrendo nel suo cuore la speranza che egli lo superasse nell'eccellenza. Mitologici eroi, sì, ma tale speranza era quella che teoricamente dovrebbero avere tutti i genitori per i figli, una speranza che deriva dal rispetto per la prole e dal profondo amore che, per natura, si dovrebbe avere per i nostri 'cuccioli'.

I tempi moderni, come già sapeva il saggio Esiodo, non possono che essere peggiori del passato, perché il passato è sempre idealizzato, mentre il presente odora di sobborghi e di fogna, luridume che svanisce nei ricordi: fortunatamente la mente è selettiva!

E sul rapporto fra padri e figli la storia dell'Umanità ha conosciuto un nuovo, triste tassello. Dall'alto d'un palco adorno di verde – il colore della speranza! – un vecchio, stanco e malato uomo, dimostratosi corrotto, ha addossato ogni colpa al figlio 'prediletto': «gente che ha il mio nome ha fatto queste cose e, per questo, chiedo scusa». 

Già, gente, per non dire mio figlio, i miei figli: «scusate, ma sono peggiori di me»

Esiste una natura umana? Verrebbe da chiedersi. Non ripugna una tale rappresentazione della propria prole? Ogni madre, ogni padre non dovrebbe vedere nel suo bambino l'essere migliore del mondo?

Non fu un caso isolato. Anzi. Non a caso egli definì il giovane rampollo una 'trota', donde il soprannome infamante – a mio giudizio – affibbiatogli. «Ah, serva Italia», direbbe qualcuno, se ti affidi a chi non è degno d'esser chiamato essere umano. 

E così, si pensò, salveremo il partito, salveremo il potere, salveremo il posto, salveremo i sondaggi. Ma, per una volta, per una volta soltanto, siate madri e padri! Urlate, pur contro ogni evidenza: «sono io il colpevole, mio figlio non c'entra nulla, perché è migliore di me».

Non ambisco all'onestà, ma almeno all'umanità.

3 commenti:

  1. Ovvia citazione, con scambio di ruoli, del notissimo ὦ κάκιστε ἀνθρώπων. L.F. dei Poveri

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    1. mannaggia, ho dimenticato l'articolo davanti ad ἀνθρώπων. Del resto, sono L.F. dei Poveri.

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  2. Ma L.F. dei poveri è mutuato da L.F. dell'appetito? Comunque, τῶν è facilmente integrabile, dato l'amore per i buchi dei tuoi maestri (certo, detta così suona proprio brutta, ma proprio brutta)

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